Considero il Consiglio regionale il punto di partenza per scardinare un sistema, per demolire un processo distorto ed innescare un atteggiamento virtuoso nel modo di fare politica, mettendo al primo posto il cittadino e il territorio.
Cosa sta succedendo?
La politica regionale sembra aver dimenticato la gente, le risorse territoriali, il benessere collettivo ed ogni azione tende al beneficio di pochi.
Le conseguenze:
Le città diventano sempre meno vivibili, l’economia locale è in caduta libera, non si fa nulla di nuovo per creare sviluppo e lavoro, le persone si sono allontanate dalla politica che invece è la loro più grande forza per cambiare le cose.
Cosa fare per invertire questo processo?
Diffondere un comportamento che metta al primo posto il cittadino; avviare azioni nuove ed innovative per una crescita sostenibile del territorio; innescare una politica che sia aggregante laddove ci siano proposte a favore della collettività e dura laddove si vogliano favorire interessi particolari; incoraggiare soprattutto i giovani con un’impostazione nel mondo del lavoro volta a premiare la meritocrazia, le capacità, la buona volontà.
In che modo?
Partendo dalle risorse naturali, paesaggistiche, enogastronomiche, storiche, artistiche; dalle creatività del nostro popolo; dall’enorme patrimonio culturale e umano che caratterizza la Regione Campania.
Il Consiglio regionale offre degli importanti poteri che un consigliere può mettere a servizio dello sviluppo e del benessere collettivo: utilizzerò il potere legislativo, ispettivo e propositivo del Consiglio per mettermi al servizio dei cittadini campani, come faccio da anni per quelli sammaritani, perché la politica o è per gli Altri o non è politica