Quando si parla di giovani mi viene sempre in mente una frase del Presidente Sandro Pertini: “I giovani non hanno bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo”.
La fuga dei cervelli è, purtroppo, un’emergenza regionale da affrontare subito. Negli ultimi 10 anni, infatti, 100mila giovani campani hanno lasciato la propria terra e, tra questi, più delle metà ha un elevato livello d’istruzione. Spesso le menti migliori vanno via perché mancano offerte di lavoro adeguate alla formazione acquisita.
Eppure in Campania esistono già settori produttivi altamente qualificati, in grado di raccogliere l’offerta di competenza che viene da tanti giovani. Penso al digitale e all’economia green, alle nuove tecnologie applicate ai beni culturali, al turismo ed all’agroalimentare, ma anche alla biomedicina e biofarmaceutica ed al settore aereospaziale, solo per fare qualche esempio
Per invertire la rotta è ora di costruire un legame produttivo tra mondo dell’Università e della Ricerca e mondo delle Imprese; di offrire la possibilità di impiantare nuove attività sul nostro territorio senza dover possedere esorbitanti cifre di partenza e nello stesso tempo avere la garanzia, per almeno un anno, di aiuti inerenti non solo l’avvio dell’attività, ma anche della sua gestione.
Utilizzare i fondi comunitari a favore delle politiche giovanili è, senza dubbio, un grande passo per gettare le basi di una società civile senza barriere. Ed è senza dubbio a quei fondi che dobbiamo puntare.
Gli organismi istituzionali hanno il dovere di impegnarsi concretamente per incentivare la mobilità territoriale e il turismo giovanile e far sì che si diffonda soprattutto tra i giovani la cultura al dialogo, alla cooperazione e la consapevolezza di essere cittadini europei, di sentirsi parte vitale di un grande territorio.